Dodici Regioni italiane, tredici città, sedici circoli, tra le 4 e le 6 persone per ogni territorio coinvolto: questi i numeri del progetto Nessuno in Strada - Circoli rifugio a favore di persone senza fissa dimora escluse dai circuiti di accoglienza, a causa del taglio dei posti nelle strutture cittadine e della perdita di lavoro.
L'iniziativa, realizzata da Arci e finanziata con i fondi 8x1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, è stata presentato a dicembre in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani.
“Questo progetto - sottolinea Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione di Arci - scaturisce da una serie di iniziative di accoglienza, sostegno, mutuo soccorso che già vengono realizzate nei nostri circoli sul territorio e dall’idea che possa nascere una rete nazionale, con l’aspirazione di crescere per rispondere a quelle esigenze che non trovano risposta nelle istituzioni”.
Nessuno in Strada - Circoli Rifugio vuole dunque mettere a sistema queste iniziative, legandole alla rete dei servizi già erogati dall’ Arci nell’ambito dell’inclusione sociale, offrendo un’accoglienza materiale che sarebbe stata impossibile garantire durante il lockdown al di fuori del sistema pubblico.
Il programma è nato nei mesi più bui del 2020, quelli in cui le situazioni di marginalità venivano accentuate dal lockdown e la povertà allargava le sue maglie. "Abbiamo voluto dar vita a un'iniziativa - afferma Valentina Itri, dell’Ufficio Immigrazione di Arci - che rispondesse a questa emergenza, rafforzando la rete dei Circoli che avevano già all’attivo delle esperienze di mutuo soccorso".
In un arco temporale di 12 mesi, Nessuno in strada mira a costituire in ogni territorio coinvolto almeno un circolo rifugio responsabile dell’accoglienza di 4/6 persone. Due le modalità previste: l'accoglienza da parte di una famiglia socia del circolo, oppure l’attivazione di un appartamento o di spazi gestiti direttamente del circolo.
Tra i primi beneficiari dell'iniziativa, in questi giorni prima di Natale, una famiglia di sei persone, accolta presso il Circolo Arci Madiba, a Pistoia.
“Il tema dei diritti umani ci è particolarmente caro, e l’azione di accogliere persone rimaste prive di una dimora – dichiara Anna Conti, vicepresidente Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (Ibisg) - indifferentemente uomini o donne, italiani o stranieri, accompagnandoli in un percorso che possa costituire una nuova partenza e ridare loro una possibilità di vita dignitosa, è profondamente coerente con i valori e gli obiettivi del buddismo della Soka Gakkai”.
“L’Istituto– spiega Valerio Baci della commissione "8xMille" Ibisg - ha deciso di dare priorità con questi primi fondi ad interventi a favore delle fasce sociali maggiormente colpite dalla pandemia Covid-19, e il progetto dell’Arci Nessuno in strada - circoli rifugio rappresenta uno dei passi con cui dare il nostro sostegno alle persone in difficoltà e ai territori di cui sono parte”.
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