"Restate a casa, evitate gite, feste, assembramenti per i tradizionali fuochi d'artificio". L'appello delle autorità sanitarie, in vista del lungo weekend del 4 luglio, festa dell'Indipendenza, riflette la preoccupazione di queste ultime ore. Negli Stati Uniti, infatti, si è superata la soglia critica di oltre 50mila casi al giorno di Covid-19. Più esattamente, stando ai dati della John Hopkins University, si sono registrati 52.982 contagi in 24 ore, per un totale di 2.682.270 casi.
E il Washington Post registra l'andamento inquietante della pandemia nel mese di giugno: un aumento sensibile si è verificato in particolare negli stati del Sud e dell’Ovest, a fronte di una riduzione in quelli del Nord Est.
Il presidente Donald Trump sostiene che "prima o poi il virus sparirà" e che la mascherina è in realtà un'optional (salvo fare dietrofont in queste ultime ore), ma il bilancio di giugno riporta 800mila nuove infezioni, cifra che fa salire il totale nazionale a oltre 2,6 milioni. Florida, Arizona, Texas e California le regioni più colpite. E mentre la Pennsylvania ha ordinato di indossare le maschere di protezione in pubblico, la California ha dovuto decretare un parziale, nuovo lockdown. Questa settimana, il governatore Gavin Newsom ha ordinato a bar e ristoranti di chiudere le loro attività all'interno e limitarsi a servire i clienti solo all'esterno; stesse limitazioni anche per cinema e musei californiani.
Salgono anche i ricoveri. A preoccupare è l’aumento del 25%, rispetto alla scorsa settimana, dei ricoveri ospedalieri in sette stati: Texas, Arizona, Nevada, Carolina del Sud, Montana, Georgia e California. E al rischio di nuove chiusure delle attività commerciali ed economiche nelle aree più colpite dal virus è legato quello di nuovi licenziamenti.
Sotto accusa in particolare la mancanza di una strategia unitaria contro la pandemia: secondo alcuni economisti, l’introduzione dell’obbligo di mascherina in tutti gli Stati potrebbe far risparmiare il 5% del prodotto interno lordo degli Stati Uniti. Anche gli analisti di Goldman Sachs esprimono valutazioni in linea con queste previsioni, mentre i funzionari della Federal Reserve hanno espresso preoccupazione per il fatto che la nazione potrebbe entrare in una recessione olto peggiore alla fine di quest'anno se i casi di coronavirus continuassero a salire.
In questa situazione Anthony Fauci, direttore dell'Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive, lancia un messaggio perentorio. L'autorevole immunologo ha dichiarato al Congresso che questa "ondata inquietante" potrebbe portare gli Stati Uniti a 100mila nuovi casi al giorno, ossia 2,5 volte il tasso record attuale di infezioni: è questo lo scenario possibile, ha detto, se gli Stati Uniti continueranno a percorrere la strada attuale per contenere l'epidemia. "Non posso fare una previsione accurata, ma sarà molto inquietante", ha poi aggiunto Fauci.
L'allarme dell'Oms. A questo proposito, anche Mike Ryan, capo del programma per le emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità, a Ginevra si dice preoccupato per i Paesi che hanno utilizzato un “approccio frammentario” senza utilizzare “tutti gli strumenti a loro disposizione”. In questo caso, “questi paesi hanno davanti a loro una strada lunga e difficile. Gli Stati che dispongono di sistemi per applicare un approccio globale dovrebbero essere in grado di contenere le riacutizzazioni a livello locale ed evitare di reintrodurre restrizioni diffuse”. In direttore dell’Oms ha invece elogiato Italia e Spagna per le loro politiche di contenimento: al culmine della loro epidemia, la Spagna registrava quasi 10mila casi al giorno e l’Italia più di 6.500, ha detto. Una delle lezioni di questa pandemia è che, indipendentemente dalla situazione in cui si trova un paese, può essere cambiata. Non è mai troppo tardi".
Stop ai voli dagli Usa. Nell'attuale situazione, l'Unione Europea ha confermato che gli americani non potranno recarsi in Europa, dal momento che gli Stati Uniti stanno guidando il mondo sia per numero di infezioni che per decessi ufficialmente confermati.
Intanto, sul fronte della ricerca medica, le autopsie negli Stati Uniti confermano che il virus attacca i polmoni con la massima violenza. Ma l'agente patogeno è stato trovato anche in altri organi, come nei reni, nel fegato e nel cervello, dove alcuni danni potrebbero essere permanenti nei sopravvissuti.
E per far fronte alle infezioni l'amministrazione Trump si è assicurata quasi l'intera produzione trimestrale dell'antivirale remdesivir, prodotto dalla società statunitense Gilead Sciences, secondo quanto riporta la Bbc. Il presidente Usa ha firmato un accordo "straordinario" con la Gilead per 500mila dosi di Remdesivir, ha reso noto in un comunicato il dipartimento della Sanità. Si tratta dell'intera produzione della Gilead per il mese di luglio, del 90% della produzione di agosto e del 90% di quella di settembre. Un ciclo di trattamento con questo farmaco richiede in media 6,25 fiale.
Una mossa quella di Trump che ha lasciato l'Europa, la Gran Bretagna e il resto del mondo quasi del tutto sguarnite di questo farmaco. L'antivirale era stato studiato inizialmente contro Ebola, ma il suo uso è già stato approvato dalle autorità americane per il trattamento contro il Covid-19 e la settimana scorsa anche l'Agenzia Europea del Farmaco (Ema) ha dato il proprio assenso, che dovrà essere ora ratificato dalla Commissione Europea.
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