Chiudere Milano, chiudere al più presto. È questa la richiesta, perentoria, che arriva dall'Ordine dei Medici di Milano, mentre l'area metropolitana sta affrontando la più grave emergenza sanitaria della storia. Ed è un appello, quello del presidente Roberto Carlo Rossi, che davvero non lascia spazio a tentennamenti. "Di una cosa siamo certi: la situazione sia nelle strutture sanitarie ospedaliere
che anche nella medicina del territorio è diventata insostenibile. È necessario intervenire con un lockdown immediato ed efficace", chiede il presidente dell'Omceo, Rossi. "Non esistono - dichiara - piccoli rimedi a grandi problemi, così come non si può giocare a scaricare su altri ruoli e responsabilità: la situazione è molto seria e senza interventi drastici non può che peggiorare. Soprattutto se inoltre non ci si attrezza seriamente per tutelare quei medici che, ancora adesso, sono impegnati in prima linea, ma senza le necessarie attrezzature e materiali di protezione per svolgere in sicurezza il proprio lavoro".
Roberto Carlo Rossi sottolinea infine "la ferma ed unanime decisione di tutto il nuovo Consiglio milanese dell'Ordine nell'avanzare una richiesta di provvedimenti restrittivi immediati".
E mentre a Milano e in Lombardia si impennano i contagi da Sars-CoV-2 (nei giorni scorsi nella regione si sono sfiorati i 9mila nuovi casi al giorno, dei quali 3.700 nel capoluogo) negli ospedali aumentano in maniera esponenziale le occupazioni delle terapie intensive e purtroppo anche i decessi.
L'esortazione a "fare presto" è arrivata nei giorni scorsi da Massimo Galli, direttore Malattie infettive dell'ospedale Sacco, che ha scritto una lettera aperta - indirizzata alle istituzioni politiche e sanitarie e ai cittadini - insieme a Marino Faccini, direttore Uoc malattie infettive dell’Ats Milano. "Il ritardo di una efficace risposta non può più essere giustificato", scrivono i due medici il 20 ottobre scorso, rivolgendosi alle autorità affinché adottino "i necessari provvedimenti, purché siano coerenti con il risultato atteso, a cominciare dalle aree metropolitane dove l’aumento dei contagi, la densità di abitanti, la concentrazione di attività e la pressione sui mezzi di trasporto pubblici possono diventare una mistura esplosiva".
Intanto, sul territorio, i medici di famiglia denunciano una "pressione insostenibile" che "sta minando la capacità della medicina generale di curare a casa i malati". "I medici di famiglia, in collaborazione con la continuità assistenziale e con le Usca, stanno operando oltre ogni limite per fronteggiare sul territorio l'emergenza sanitaria", avverte Anna Pozzi, segretario Fimmg Milano. "Questo sforzo straordinario mantiene in vita la rete ospedaliera, ma non può sopportare anche il peso di numerose richieste burocratiche che causano notevoli perdite di tempo, anche perché siamo nel pieno della più grande campagna vaccinale mai realizzata che vede strenuamente impegnati i medici di medicina generale».
E per rallentare la corsa del Covid-19, il virologo dell'università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco auspica l'adozione di lockdown "periodici". La periodicità è "un elemento di cui è bene tenere conto, perché questa patologia ci terrà compagnia a lungo", dichiara l'esperto. Si potrebbe pensare di agire contro il coronavirus Sars-CoV-2 con chiusure mirate, se necessario "sartoriali" ma con coordinamento nazionale, anche sulla base di "un andamento periodico modulandolo in modo rapido rispetto all'evoluzione della situazione epidemiologica".
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
® RIPRODUZIONE RISERVATA