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Siamo pronti per una seconda ondata? Rispetto allo scorso inverno, oggi abbiamo maggiori conoscenze e più armi terapeutiche, anche se non specifiche. Ma in queste ultime settimane assistiamo a una costante crescita dei contagi: dei nuovi casi positivi alcuni hanno una carica virale "debole" mentre altri - apparentemente senza sintomi - hanno una carica altissima.

Da qui, la necessità di svolgere attività efficaci di contact tracing, indossare le mascherine, mettere in atto il distanziamento sociale e se necessario adottare la quarantena. Ed è importante anche avere a disposizione i tamponi rapidi, per consentire diagnosi tempestive. Ecco alcuni dei temi affrontati durante il Webinar “COVID-19 Seconda ondata. Quali azioni e quali terapie sono efficaci?” organizzato da Motore Sanità.

Tra gli esperti, Antonio Cascio, direttore UO Malattie Infettive del Policlinico P. Giaccone, di Palermo, ha messo in evidenza la necessità di adottare comportamenti improntati alla "massima attenzione" e alla "prudenza, anche nella comunicazione, per evitare effetti disorientanti nelle persone". "Potrebbe anche essere che l’ottobre di oggi sia paragonabile al dicembre dello scorso anno", ha dichiarato Cascio. 

Secondo Cristina Mussini, direttore SC Malattie Infettive del Policlinico di Modena, "La nostra normalità è fatta di distanziamento fisico e mascherina". "Personalmente non credo ci sia una seconda onda ha aggiunto - ma è sempre la prima che è stata leggermente fermata dal lockdown e dai dispositivi. Purtroppo se lasciamo circolare il virus dai giovani ai meno giovani, il problema si riproporrà. Se noi sappiamo di essere nel primo cerchio di contatto, anche solo con un dubbio, non si deve andare al lavoro”.

"In Campania si registra un incremento tra i giovani e all'interno delle famiglie dove i contatti sono più vicini. Laddove non è garantito il distanziamento, il rischio di contagio è elevato e concordo sulla necessità di tenere in isolamento gli asintomatici", ha sottolineato Alessandro Perrella, Infettivologo AORN Cardarelli, Napoli. 

Anche Michele Sanza, presidente eletto Società Italiana di Psichiatria delle Dipendenze ha sottolineato come tra i fattori "protettivi contro lo stress da Covid vi sia la corretta informazione, ed è quindi importante raccontare bene. Il 33% delle persone è esposta ad ansia e depressione. Percentuali che aumentano notevolmente tra malati e operatori. Le persone che sono affette da Covid hanno uno svantaggio in più perché alcuni farmaci che servono per limitare ansia e depressione non sono molto compatibili con le cure per il Covid. Per difenderci servono buona comunicazione per sapere con correttezza le cose. Occorre poi pianificare bene la giornata soprattutto se si è in quarantena. Durante il lockdown ci siamo avvalsi della telemedicina per avvicinarci ai pazienti”.

Secondo Stefano Vella, docente di Salute globale all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, “Adesso probabilmente siamo come a gennaio, anche se in quel periodo forse c'erano molti positivi, ma non c'erano i tamponi e non lo sapevamo. Se non blocchiamo il passaggio del virus si potrebbe ritornare alla fase precedente e i reparti si potrebbero ripopolare. Dobbiamo controllare la presenza degli anziani positivi e la situazione nei reparti. Cosa ha funzionato? Il lockdown. Quali sono le misure che funzionano? Le misure estreme hanno funzionato, laddove abbiamo mollato il virus si è diffuso. La mascherina è utile solo se la usano tutti. Parlando di farmaci, abbiamo imparato ad usare quelli che evitavano il passaggio alla rianimazione”. 

"Dobbiamo scongiurare il lockdown - ha dichiarato Fabiola Bologna, medico, Commissione Affari Sociali e Sanità Camera dei Deputati -. L’arma è tracciare e isolare chi è contagiato. Poi dobbiamo usare i protocolli di cura, a iniziare dai medici di famiglia che sono anche impegnati nella campagna vaccinale. Lo Stato chiede ai cittadini lo sforzo di mantenere le regole. La prima ondata ha acceso le luci sull'importanza di avere una rete socio sanitaria territoriale e di poter contare su strumenti come la telemedicina". 

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